Genesi 22:3

Versetti 3-10

Mai fu provato dell'oro in un fuoco così rovente. Chi, se non Abraamo, avrebbe potuto discutere con Dio? Tale sarebbe stato il pensiero di un cuore debole, ma Abraamo sapeva che aveva a che fare con Dio, Jehova. La fede non gli aveva insegnato a discutere ma ad obbedire. Egli è sicuro che tutto quello che Dio ordina è buono e che quello che egli promette non può essere vanificato. Nelle cose di Dio chi ragiona umanamente, secondo la carne e il sangue, non avrebbe mai offerto il suo Isacco a Dio. Il buon patriarca si alzò presto e iniziò il suo viaggio con la tristezza nel cuore, percorse tre giorni avendo sempre sotto gli occhi il suo Isacco! Il dolore è peggiore quando continua a perdurare. L'espressione: "Verremo di nuovo da te" mostra che Abraamo attendeva che Isacco venisse risuscitato dai morti e fosse ritornato con lui a casa. È molto interessante notare quel che Isacco chiese ad Abraamo lungo il viaggio: "Padre mio", disse Isacco: era una parola talmente tenera che, se uno ci pensa, va più in fondo nel cuore di Abraamo di quel coltello con cui doveva colpire il cuore di Isacco. Tuttavia si aspettava quella terribile domanda di suo figlio. Quindi Abraamo, non volendo rispondere chiaramente, profetizza: "Figlio mio, Dio stesso provvederà un agnello per l'olocausto". Lo Spirito Santo, mediante la sua bocca, sembra predire l'Agnello di Dio che egli ha inviato per togliere il peccato del mondo. Abraamo depone la legno in una pila per l'olocausto del suo Isacco e ora gli dice la notizia sorprendente: "Sei tu, Isacco, l'agnello che Dio ha fornito!". Abraamo, senza dubbio, lo consolò con le stesse speranze con le quali egli stesso, per mezzo della fede, fu consolato. Era pure necessario che quell'olocausto fosse legato. Il grande Sacrificio, che nella pienezza dei tempi doveva essere offerto, anch'egli fu legato come Isacco. Eccoci al rito: Abraamo prende il coltello e allunga la mano per sferrare il colpo mortale. Ecco un atto di fiducia e di ubbidienza che merita di essere una lode a Dio, agli angeli e agli uomini. Dio, mediante la sua provvidenza, ci chiama a volte a rinunciare a un Isacco e noi dobbiamo farlo, con sottomissione e di buon animo alla sua santa volontà, 1Sa 3:18.

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